giovedì 6 ottobre 2011

Il Berretto a Sonagli 20 Novembre 2011

La commedia in due atti scritta inizialmente in dialetto siciliano nel 1916 fu rappresentata per la prima volta a Roma nel 1917. La versione italiana, a cura dello stesso Pirandello, seguì l’anno successivo e nel 1923 Eduardo De Filippo ne fece, su suggerimento dell’autore, una riduzione in napoletano. Nella Sicilia del 1916, in un paesino dell’interno, non è facile tener nascosta una relazione extraconiugale, specialmente se lui è un personaggio in vista come il cavalier Fiorica, gentiluomo bello e di successo. La sua amante è la giovane Nina, di modesta estrazione e sposata all’anziano Ciampa, scrivano a servizio del cavaliere e suo uomo di fiducia. La coppia adultera non compare o quasi sulla scena: i protagonisti della vicenda sono i rispettivi coniugi traditi, Ciampa e la signora Beatrice La Bella in Fiorica. Gentildonna di buona famiglia e moglie insoddisfatta, Beatrice vive tormentata dalla gelosia. All’aprirsi del sipario è certa della fondatezza dei propri sospetti e smania dal desiderio di giustizia, vuole urlare a tutti la verità denunciando l’adulterio, a quel tempo perseguibile penalmente. Si rivolge per questo al delegato Spanò, personaggio ipocrita e ambiguo, amico di famiglia in debito di gratitudine col defunto padre di Beatrice. Col suo aiuto i due amanti fedifraghi vengono colti in flagrante. All’inizio del secondo atto, ad arresto avvenuto, il paese è incredulo e sgomento mentre Beatrice gongola amaramente per la vendetta compiuta. Ma ben presto tutti le si rivoltano contro, persino la madre e il fratello, preoccupati forse ancor più che per le sorti della congiunta senza più stato per il buon nome della famiglia. Aspramente rimproverata dai familiari, Beatrice si ammansisce fino a ricredersi e pentirsi. Il delegato è disposto a ritoccare il verbale dell’arresto e a far rilasciare il cavaliere: pare così che le cose possano tornare a posto senza gravi conseguenze. Ma Ciampa sopraggiunge sconvolto dall’accaduto, per lui la soluzione non è così semplice. Son macchie d’olio che non levano, queste! Diranno:”Si tratta d’un cavaliere! Hanno accomodato la cosa!” sostiene. Egli confessa, anzi urla, rabbioso e disperato la sua terribile condizione di becco asservito: era disposto a sopportarla finché era salvo il suo pupo, la parte di lui che si mostra all’esterno e che esige rispetto non tanto per quello che dentro di sé si crede, quanto per la parte che deve rappresentar fuori. A quattr’occhi, non è contento nessuno della sua parte: ognuno, ponendosi davanti il proprio pupo, gli tirerebbe magari uno sputo in faccia. Ma dagli altri lo vuole rispettato. Beatrice con la sua denuncia lo ha calpestato e distrutto, lo ha messo alla gogna costringendolo a indossare il vergognoso berretto a sonagli e facendone lo zimbello del paese. Per Ciampa esiste ormai un’unica soluzione possibile: il delitto d’onore. Con calma raggelante dichiara davanti a tutti di essere costretto a uccidere sia Nina che il cavaliere. I presenti terrorizzati cercano di dissuaderlo, giustificando Beatrice come possono e suggerendogli involontariamente una soluzione pacifica che lo fa saltare e ballare di gioia per non doversi macchiare di assassinio. Una soluzione che però esige il sacrificio dell’unica persona che dice la verità…

“Non c’è più pazzo al mondo di chi crede d’aver ragione.
Non ci vuole niente a far la pazza, creda a me! Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità!”

1 commento:

  1. Teneteci informati sul successo della vostra iniziativa e dei progetti futuri. Buon divertimento e complimenti

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